SERIE D – L’Aurora non ci sta, si va a gara tre

NEW BK PONENTE – AURORA BK CHIAVARI dts 65-72 (17-22; 25-34; 36-40; 56-56)

NEW BK PONENTE Revetria 26, Arrighetti 12, Mola 12, Noumeri 6, Arienti 5, Robaldo 2, Giribaldi 2, Auricchio 2, Manfredi, Varaldo, Lila, Maria. – All. Accinelli.
AURORA Ravera 17, Menegotto 12, Elia 10, Folli 8, Gotelli 6, Sall 6, Deli 5, Solari 4, Costa 2, Seganti 2, Scibola, Bafico. – All. Marenco.

Davanti al bivio stagionale – o si fa l’impresa o si va a casa – l’Aurora imbocca la strada giusta e trascina Alassio alla “bella” che si giocherà domenica prossima al PalaCarrino (ore 19). Lo fa al termine di altri 45 minuti pirotecnici, dove accade di tutto e il contrario di tutto, replicando quasi per intero garauno, conducendo il punteggio per più di 3/4 di un match duro e farcito di forti emozioni. In questa opportunità il supplementare arride alla squadra di coach Marenco, capace di riprendersi nel finale dei regolamentari e capitalizzare le tre triple di un chirurgico Filippo Ravera nel prolungamento.

CUORE – Ai gialloblù si chiedeva una prova tutto cuore per pareggiare la serie e ciò è avvenuto attraverso impervi sentieri, facendo leva sul carattere del gruppo che non ha voluto arrendersi alla sfortuna. Priva di Derick Enoyoze, l’Aurora ha recuperato solo per una manciata di secondi Lorenzo Costa (assente in gara uno), prima che il play si infortunasse al gomito su una rovinosa caduta dopo una zingarata delle sue. Coach Marenco ha chiesto ed ottenuto gli straordinari ai suoi pretoriani, bravi a sfruttare le avversità per costruire un successo che premia la mentalità.

GARA TRE – La comitiva fa quindi ritorno a Chiavari, dove tra una settimana andrà in scena una gara tre incertissima, giusto epilogo di una serie che ha scompaginato un pò tutti i piani, sparpagliando qua e là indizi che non fanno prove. Tipo la (presunta) influenza del fattore campo, con 3 vittorie esterne su 4 incontri stagionali. Oppure le contromosse degli Alassini, che hanno bloccato sul nascere il contropiede primario dei chiavaresi, obbligati a dover cercare il canestro attraverso giri viziosi e non sempre premiati nelle scelte. Di converso, si sono aperte altre possibilità che l’Aurora non ha sempre messo a profitto, vuoi per la pressione del pronostico (vedasi il 16-36 ai tiri liberi), vuoi per la contumacia di chi non può esserci.

STAGIONE – Alla fine i conti quadrano in ogni modo, siamo sull’1-1 e l’ultima partita che varrà un intero campionato la si giocherà tra le mura amiche, anche se questo non è garanzia di alcunché visto l’andazzo. Comunque la si voglia leggere in entrambe le direzioni l’Aurora è dove voleva essere. E dove avrebbe firmato e controfirmato ad inizio stagione.

CRONACA – Otto punti di Filo Ravera e sei di Andrea Folli lanciano la prima fuga Aurora (17-10 al crepuscolo del primo tempino), che si avvale anche delle incursioni di Gotelli e del lavoro su ogni centimetro quadrato di campo dell’utilissimo Menegotto, i cui 5 punti consecutivi danno gas al motore chiavarese per arrivare al riposo lungo sul+9 (34-25). La sensazione è che gialloblù abbiano le chiavi della partita in mano ma non riescano ad aprire l’ultimo porta per dare il colpo del k.o.. Perigliosa attitudine che rischierà di essere estinta a caro prezzo, come vedremo.

SECONDA META’ – Infatti, l’Aurora sbanda vistosamente sul circuito del PalaRavizza in avvio di ripresa, adducendo pure una certa fretta nelle conclusioni dalla distanza. Un parziale pro Alassio di 9-0 mette in partita anche il pubblico – entusiasta e corretto – con i gialloblù che bevono letteralmente dall’idrante. Il terzo quarto è avaro di canestri (11-6 per Alassio) con i chiavaresi che sbagliano praticamente tutto anche dalla lunetta. Però grazie ad uno sfiancante lavoro difensivo chiudono comunque sul +4 (40-36). New Basket Ponente sembra poter avere la meglio nel quarto tempino, prima giungendo sul 41 pari, poi sorpassando 46-45 a cinque giri d’orologio dalla sirena finale. Menegotto ricuce e dà 3 lunghezze di vantaggio (51-48), Alassio trova canestri pesanti, risorpassa a -22″ sul 56-54. L’Aurora si gioca tutto in quegli ultimi istanti, Elia viene fermato fallosamente mentre cerca una penetrazione, va in lunetta a -7″ e freddo come un iceberg mette entrambi i tiri liberi. Non proprio semplice. Si va all’overtime.

SUPPLEMENTARE – E qui Filippo Ravera spariglia le carte con tre triple in sequenza che vanificano gli sforzi dell’Alassio per resistere ai colpi dell’esterno chiavarese. L’ultimo centro dall’arco vale due possessi di vantaggio sul 67-63, poi Elia e Sall mettono gli ultimi mattoncini che valgono la vittoria. Non è finita finché non è finita, dicevamo. Ebbene sì, non è ancora finita.

SERIE D – La fiera delle occasioni perdute

L’Aurora incappa nella nemesi della giornata dispari e cede il servizio all’Alassio, rovinando in un finale asfittico quanto era riuscita a costruire nei primi 35 minuti. Messa una museruola al temuto Revetria, i gialloblù subiscono i vari Robaldo, Noumeri e Giribaldi (36 punti quasi equamente distribuiti), difendono a denti stretti il fattore campo ma devono ammainar bandiera nell’overtime. Le occasioni per mettere a segno la terza vittoria stagionale sul New Basket Ponente non sono mancate, ma la lucidità è andata a Sud nei momenti significativi.
Si va quindi ad Alassio sabato prossimo (ore 18.30) con l’Aurora che deve obbligatoriamente provare a vincere per riportare la serie a Chiavari. Ovviamente, discorso opposto per gli alassini che punteranno chiudere la questione in casa loro.
Tecnicamente, gara uno non è stata da leccarsi i baffi – questo lo si sapeva, considerato il lungo break intercorso tra la conclusione della semifinale e il match di finale – ma alcune notazioni le ha lo stesso elargite. Le assenze in casa Aurora (Costa ed il lungodegente Enoyoze) hanno sicuramente privato i chiavaresi di due punti di riferimento offensivi, quindi si è puntato di più sulla difesa. Ma sono bastati un paio di errori liquidati con guiderdone assai lauto (triple aperte per i tiratori ospiti) per far vacillare le certezze Aurorine. Gotelli e Folli hanno più volte lanciato il guanto di sfida all’arcigna difesa ponentina, sostenendo il peso dell’attacco, ma finendo con la spia della riserva accesa.
Di contro, il play tascabile Robaldo ha rappresentato una spina nel costato dell’Aurora, maneggiando con sagacia la sfera e non mancando di sganciare un paio di dardi velenosi dalla linea dei tre punti che hanno dispensato linfa e colore ai suoi seguaci.
Come detto, occorrerà applicare qualcosa di diverso per tornare da Alassio con il punto dell’1-1, in primis sciorinare qualche punticino in più nel misero fatturato gialloblù, stornando alcuni palloni mandati inavvertitamente nelle acque nere. Può essere una prima pietra su cui tentare di costruire. Poi, detta papale papale, occorreranno anche gli attributi per rovesciare un trend che sembra delineato in direzione Alassio.
“Non è finita finchè non è finita” diceva Yogi Berra (ricevitore dei N.Y. Yankees). Provaci ancora, Aurora.